LE LETTERE
Scompaiono nelle fiumare ricche del cuore
E dai dati scuri che tramandano
L'età, nelle scarne critiche e parallele ore
Come uccelli smaltati loro danzano
Ancora alla fine dei pomeriggi. Però
S'accordano e nella perfetta forma
Dei baci scambiati nei tramonti che tengono
Chiusa la soffice lealtà di abiti come sculture. Ho
Visto i volti nel leggiadro fango perduto
Fra gli strati di curve che galleggiano in un'ode
Nuova come una lana, dove ride
Lo sguardo pregante delle labbra,
Quale cantico delle beatitudini
E l'ho visitato nelle stanze
Rigate con maestria per farti avvolgere
E lasciarti come se un abbandono pendesse
Fra le tavole meridiane, tiepide. Spesse
Veloci corse d'occhi fin dove vivere
Le partenze feroci e vellutate. Come se lenze
Mirabili aprissero quei solchi di prato
In morti peregrine e algide.